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QI GONG MARZIALE

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Insegnante Gaia Cicola

La parola Qi fa riferimento all’“energia” in quanto “soffio vitale” (il Pneuma dei greci, il Prana di cui si parla nello yoga), e lo potremmo paragonare all’elettricità che scorre nei fili della corrente: c’è ma non si vede!
Non è niente di “mistico e confuico”, come direbbe Po, il protagonista di Kung Fu Panda, ma è una parte di noi che possiamo imparare a conoscere con leggerezza, seppur con profondità.
Gong significa “lavoro, studio” (se ci pensate, la parola Kung è la stessa che ritroviamo anche in “Kung Fu” e che significa “duro lavoro”). Il Qi Gong, dunque è «lavoro con l’energia».

Nato in Cina più di temila anni fa, la pratica consiste in esercizi che lavorano sulla mobilità articolare e sull’allungamento muscolare, accompagnati da una corretta respirazione e visualizzazione, esercizi di rilassamento, energetici e di meditazione.
Vediamo da vicino alcuni aspetti:

Mobilità e allungamento. Sia le articolazioni che i muscoli sono sedi di blocchi funzionali spesso causati da posture scorrette acquisite nel tempo. Attraverso movimenti morbidi e gentili, allentiamo le tensioni, promuoviamo e manteniamo l’elasticità dei tessuti. In questa maniera proviamo a dare spazio, respiro e fluidità al movimento.

Con il rafforzamento miglioriamo le prestazioni attraverso quello che comunemente viene definito “allenamento fisico” (esercizi per gli addominali, per le spalle e le braccia, per le gambe…) Avere un fisico pronto e forte aiuta in tutte le attività quotidiane e ci permettere di avere fiducia nelle nostre possibilità.

Le sequenze di Qi Gong sono una serie di movimenti che, combinati alla respirazione, permettono di sciogliere le tensioni a tutti i livelli, da quello fisico a quello energetico più “sottile” (miglioramento della circolazione del Chi). Durante l’esecuzione degli esercizi diamo una grande attenzione alle percezioni del corpo ed alle sensazioni interne. Andando avanti nella pratica le sequenze diventano dei veri e propri esercizi di meditazione in movimento.

La meditazione e il rilassamento al termine della lezione ci permettono di entrare in uno stato di consapevolezza e di presenza nell’assenza di movimento e (possibilmente) di pensiero. Semplificando possiamo dire che con la meditazione cerchiamo di fermare il continuo lavorio della mente mentre con il rilassamento fermiamo e mettiamo a riposo il corpo. Eliminare i pensieri e il movimento aiuta a purificarci dal continuo rumore interiore che in maniera più o meno consapevole ci inquina e appesantisce.

I maestri parlano di sforzo rilassato, a voler sottolineare il fatto che, anche quando svolgiamo un’attività impegnativa da un punto di vista fisico e mentale, è possibile imparare a gestire lo “stress” senza tensione.
E’ possibile trovare il giusto equilibrio tra l’esercizio proposto e le proprie possibilità al momento della pratica.

Come dico sempre a lezione: “ognuno è misura di sé stesso e se sorridi tutto è più semplice”.

Se proviamo a fare questo ogni volta che pratichiamo e se permettiamo che diventi una linea guida per tutte le nostre attività, pian piano questo principio entrerà a far parte dalla nostra vita, permettendoci di affrontare le situazioni difficili con maggiore lucidità, presenza e semplicità.

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